Tutti i sentimenti, nella loro diversità, hanno un valore importante, siano essi positivi o negativi. Esprimono emozioni e tipologie di legami, e costituiscono la base su cui si fonda la nostra vita e le relazioni con gli altri.
Se dovessimo decidere qual'è il sentimento positivo più importante in assoluto, forse risponderemmo che è l'amore. Eppure, secondo me, per questo breve tratto di esistenza in cui ho potuto conoscere i sentimenti, negativi e positivi, il sentimento in assoluto, più bello e più grande di tutti, è L'EMPATIA.
L'empatia è quel sentimento che ti fa sentire quasi in simbiosi con un'altra persona, tant'è vero che è un sentimento che appartiene sopratutto ai fratelli e alle sorelle gemelle, alla madre con il bambino piccolo, spesso anche tra animali ed umani si instaura questo rapporto empatico sicuramente "facilitato" dall'assenza del linguaggio verbale. Infatti molto spesso, nei rapporti empatici, il linguaggio verbale è quasi del tutto assente. Questo ovviamente dipende dal carattere e dalla propensione delle persone. Se due persone sono "chiacchierone" allora il rapporto empatico è avvolto da parole, spesso allusive, metaforiche, trascendentali.
L'empatia è un sentimento che non ha età. Si possono relazionare in rapporti empatici, come ho detto precedentemente, un animale ed un essere umano, un bambino e un vecchio, una donna e una bambina, un uomo e un bambino, o persone della stessa età o con differenze d'età poco rilevanti. Inoltre il sentimento dell'empatia non ha distanze, non ha tempo, non ha spazio, non ha spesso nemmeno razionalità (l'assenza di razionalità è in comune con il sentimento dell'innamoramento- diverso dall'amore in sè).
Ho spesso potuto constatare che, per quanto i rapporti d'amore più duraturi siano costituiti dal sentimento dell'empatia, non sempre i rapporti d'amore e di relazione famigliare, sono costituiti da questo sentimento. Sarebbe bello, infatti, se in tutte le relazioni d'amore e in tutte le famiglie, i componenti fossero legati tra loro da rapporti empatici. Ci sarebbe, a mio avviso, molta più felicità nel mondo! Ma l'empatia, essendo un sentimento grande è allo stesso tempo un sentimento RARO.
Mi è capitato alcune volte nella vita di sentire un legame empatico per qualcuno. Solitamente nei casi in cui ho instaurato un legame empatico, ricordo il primo giorno in cui l'ho conosciuto o conosciuta.
Così ricordo la prima volta che ho conosciuto Grazia, in una casa fatiscente come lo sono tutte le case nel centro di Catania, quelle che lasciano all'abbandono per essere affittate a studenti e studentesse universitarie. Non è stato un colpo di fulmine eppure ho ancora la sensazione di quella stretta di mano. NOn è mai stato un rapporto semplice, nonostante l'empatia, ma è sicuramente una delle poche persone al mondo con le quali parlo senza bisogno di troppe parole.
E poi un'altra persona ancora, appartenente a quel genere di persone definite "speciali". Un pò per scelta, un pò per forza (perchè lo ha deciso la genetica). Un'anima fragile che aveva un universo dentro, tormentato e inquieto, ma colmo d'amore. Un rapporto empatico fatto di sensazioni. Ho conosciuto molto più dai suoi silenzi che dai suoi discorsi, seppur scordinati e spesso agitati, anch'essi carichi di metafore e allegorie, e allusioni, e richieste d'aiuto, d'amore, di comprensione.
Poi crescendo i miei rapporti empatici sono stati spesso legati alla mia patologia. Mi sono resa conto che, avendo un certo tipo di patologia, il poter comunicare con persone a te simili facilita questo tipo di rapporto. Ovviamente non tutte le persone con retinite pigmentosa possono entrare in rapporto con me, con molti è impossibile persino un rapporto amichevole. Infatti è luogo comune pensare che un "disabile" sia una persona particolarmente sensibile e di mente aperta. Molti invece sono chiusi e incapaci di ascoltare se non che se stessi.
Ma capita però di incontrare persone con le quali ci parli tanto e tanto e ancora tanto e ogni volta non è mai abbastanza. E tante volte non serve nemmeno parlare, e nonostante lo spazio e il tempo sembra tutto molto chiaro. Con le quali condividi quelle sensazioni che ti fa sentire una cosa piuttosto che un'altra, la reazione delle persone che ti stanno accanto, il sole che tramonta, il cambio di stagione, la suoneria del telefono...
E con altri il rapporto empatico è costituito dalla stessa inquietudine, che non è un'emozione che ti blocca e ti impedisce di respirare, l'inquietudine è quella cosa che ti spinge a muoverti da ogni direzione, a voler fare sempre e di tutto e di più, a non voler mai stare fermo, a non poter aspettare, a non sapere spesso collegare le parole uno di seguito all'altra per poter così costituire un discorso lineare. L'inquietudine è come una forza vitale che ti salva dall'abisso dell'ozio mentale, dalle fauci della depressione, che ti rende agli occhi degli altri INCOMPRENSIBILE E CHIARISSIMO allo stesso tempo. Ma se riesci ad avere un rapporto empatico con una persona inquieta, vuol dire che sei un inquieto speciale, che pur essendo inquieto sa leggere nell'animo altrui, e risolvere, come una matassa ingarbugliata, ogni tratto della reciproca inquietudine.
L'empatia è poi così forte, che tante volte ti sorprende, quando poi vi lasciate e allora ti senti vuoto, come un campo dopo l'aratro, e ti senti concimato, allo stesso tempo, di cose buone
Simona. C
Attraverso le mie mani posso vedere là dove i tuoi occhi non potrebbero mai arrivare......
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mercoledì 26 novembre 2014
giovedì 13 novembre 2014
Si diffonde quel Soccorso Civile per eliminare le barriere
Si diffonde quel Soccorso Civile per eliminare le barriere
Si chiama infatti proprio “Soccorso Civile per
l’eliminazione delle barriere architettoniche”, il progetto presentato qualche
tempo fa a Roma dall’Associazione Luca Coscioni – da tempo impegnata in questo
àmbito – e la medesima iniziativa sarà ora al centro di un corso/seminario in
programma per il 15 novembre ad Ancona
Due persone in carrozzina davanti a una barrieraPresentato
nel settembre scorso a Roma, il progetto intitolato Soccorso Civile per
l’eliminazione delle barriere architettoniche è un’iniziativa dell’Associazione
Luca Coscioni – da tempo impegnata in questo ambito – che si avvale del
finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
«Con esso – si disse al momento della presentazione – ci si
propone di promuovere i diritti e le pari opportunità delle persone con
disabilità e di prevenire ogni forma di discriminazione nei loro confronti, in
particolare sul tema delle barriere architettoniche. L’idea progettuale include
un’azione di aggiornamento formativo, al fine di rendere disponibili per le
Associazioni che perseguono questi obiettivi tutti i possibili strumenti
legali, normativi e di informazione».
Quello stesso progetto sarà ora al centro del
corso/seminario a partecipazione gratuita, in programma per sabato 15 novembre
ad Ancona (Hotel Europa, Via Sentino, 3, ore 10).
Vi interverranno, per l’Associazione Coscioni, il segretario
Filomena Gallo, avvocato (Il diritto e non la concessione per i disabili),
Gustavo Fraticelli, vicesegretario (Dall’esperienza personale al problema
generale), Rocco Berardo, responsabile del Progetto Soccorso Civile per
l’eliminazione delle barriere architettoniche (Il soccorso civile), l’avvocato
Alessandro Gerardi, consigliere generale (Come scrivere un ricorso, la Legge
67/2006), il professor Vittorio Ceradini (Come nasce un problema (solo)
contemporaneo) e Renato Biondini, referente della Cellula di Ancona
dell’Associazione (Le iniziative locali).
Parteciperanno anche Roberto Zazzetti, presidente della
Consulta per la Disabilità della Regione Marche (Lo scivolo a 0); Gianluca
Polverini del Centro H di Ancona (Barrierandia IV: le barriere sono solo reali
o sono anche dentro di noi?); Adriano Cardogna, capogruppo dei Verdi al
Consiglio Regionale delle Marche (Tutela sociale e barriere architettoniche
nella Regione Marche); Francesco Rubini Filogna, consigliere comunale di SEL
(Sinistra Ecologia Libertà) ad Ancona (I PEBA al Consiglio Comunale di Ancona);
Lucia Giatti del Comitato Marchigiano Vita Indipendente (con l’intervento
videoregistrato intitolato La tutela giudiziaria per i disabili: la mia
esperienza); Stefania Terré, vicepresidente dell’UICI di Ancona (Unione
Italiana dei Ciechi e degli Piovedenti) (L’abbattimento delle barriere sensoriali
sul trasporto pubblico locale). (S.B.)
mercoledì 12 novembre 2014
"Dira' l'argilla. la Mano, la Terra, il Sacro"
"Dira' l'argilla. la Mano, la Terra, il Sacro"
LE SCULTURE DI PAOLO ANNIBALI NELLA SETTECENTESCA MOLE
VANVITELLIANA DI ANCONA.
ANCONA. Dall’8 novembre scorso e sino al 15 febbraio 2015 la
settecentesca Mole Vanvitelliana di Ancona ospita nelle sale del Museo Omero la
mostra di Paolo Annibali "Dirà l’argilla; la mano, la terra, il
sacro", con oltre 20 grandi sculture in terracotta realizzate negli ultimi
tre anni, secondo un progetto unitario pensato per il Museo Omero.
Flaminio Gualdoni, curatore della mostra, così scrive in
catalogo, "Come il plasticatore antico Annibali sceglie l’argilla,
giungendo nel proprio gioco di suggestione archeologica a fingere le tracce del
colorire antico, ancora una volta raccorciando la distanza rispetto al mito
d’una bellezza assoluta e in odore di metafisica... La sceglie perché la terra
è la materia disponibile a tutte le forme, ripostiglio di tutte le
memorie".
Le grandi sculture in terracotta, collocate come a ricostruire
un antico tempio, sono inconsuete, disperatamente attuali, prive di enfasi
eppure fortemente attrattive e seducenti nel loro silenzio spaziale. Una sorta
di "monumento al nulla" – così Annibali – senza miti e senza eroi;
dove gesti e sguardi rivelano il vuoto del presente e la distanza impenetrabile
delle figure femminili del frontone.
Oltre alle sculture, tutte inedite, anche 21 splendidi
disegni a china e un’immensità di schizzi e bozzetti. L'allestimento degli
architetti Massimo Di Matteo e Mauro Tarsetti, si articola in modo da fondere
la fatica quotidiana del lavoro della scultura con la solennità delle opere
finite. Entrare in questa sorta di laboratorio invaso da strumenti, appunti e
disegni (intuizioni a volte realizzate) che percorrono tutta la sua carriera, è
come entrare nell’intimo repertorio dell’artista. Seguono poi gruppo di
"acròteri" – Cariatide, Hestia, La fine delle cose, Eroe sfinito,
Maschere – e tutti i 21 disegni a china Autoritratto, Disperdersi, Il mare
lontano, Eva. Per poi arrivare al tempio impossibile con le 12 metope: singole
scene teatrali incastonate con la loro profondità in moduli di terracotta,
racconti intimi, ricordi, epifanie, visioni da Album di famiglia a Bambina che
sogna il mare. Di forte impatto le cinque figure femminili del frontone, cinque
donne colte nei loro gesti quotidiani come truccarsi o specchiarsi. Il gruppo
scultoreo, sospeso nella sua raggelante fissità su una tavola di acero,
rappresenta il fulcro di questa acropoli contemporanea.
Una mostra ideata per il Museo Omero, che già ha già in
collezione permanente quattro opere di Annibali, da vedere e da toccare,
fruibile da parte di visitatori vedenti e non vedenti. La terracotta può esser
toccata, esplorata con le mani, accarezzata ed è il materiale ideale per una
mostra tattile. Oltre alle sculture, di particolare interesse anche la
traduzione a rilievo dei magnifici disegni.
Il catalogo, edito da De Luca Editori d’Arte, con gli
interventi dello stesso Gualdoni, di Erri De Luca, del presidente del Museo
Omero, Aldo Grassini, e dell’artista, raccoglie le foto di tutte le opere
realizzate da Domenico Campanelli.
La mostra è promossa dal Museo Tattile Statale Omero, con il
Patrocinio della Regione Marche, in collaborazione con l’Associazione per il
Museo Omero Tattile Statale Omero ONLUS. (aise)
A Bari rassegna e festival di cortometraggi sulla disabilità
A Bari rassegna e festival di cortometraggi sulla disabilità
Quella che si aprirà questa sera, 11 novembre, a Bari, con
l’anteprima nazionale del film “Noi siamo Francesco”, sarà una ricca edizione
di “CinEthica – energia DIVERSAMENTE rinnovABILE”, manifestazione promossa
dall’Associazione CinEthic, che si comporrà sia della quarta Rassegna dedicata
alla disabilità, sia del secondo Festival di cortometraggi interpretati da
attori con disabilità o centrati sulla rappresentazione delle diverse forme di
disabilità
Scena del film "Noi siamo Francesco"
Una scena del film “Noi siamo Francesco” di Guendalina
Zampagni. centrato sul legame tra disabilità e sessualità e la cui anteprima
nazionale aprirà a Bari la Rassegna “CinEthica – energia DIVERSAMENTE
rinnovABILE”
Sarà un doppio, ricco appuntamento, quello della nuova edizione
di CinEthica – energia DIVERSAMENTE rinnovABILE, manifestazione promossa al
Cineporto di Bari (presso la Fiera del Levante, Lungomare Starita)
dall’Associazione CinEthic, con il sostegno di Apulia Film Commission. Oltre
infatti alla quarta Rassegna dedicata alla disabilità, è in programma anche il
secondo Festival di Corti – dopo l’esordio nel 2011 – primo concorso in Puglia
di cortometraggi interpretati da attori con disabilità o aventi come soggetto
la rappresentazione delle diverse forme di disabilità. Un evento, quindi, che
arricchisce ulteriormente il cammino intrapreso in questi anni da CinEthic, che
sin dall’inizio ha puntato proprio sul cinema come potente strumento di
informazione e riflessione.
Nel dettaglio del programma, la Rassegna si aprirà nella
serata di oggi, martedì 11 novembre (ore 20.30), con l’anteprima nazionale di
Noi siamo Francesco di Guendalina Zampagni, che sarà presente in sala insieme
al produttore e co-sceneggiatore Aurelio Grimaldi.
Girato nel febbraio di quest’anno tra Bari e la Provincia,
il film, interpretato tra gli altri da Elena Sofia Ricci, Paolo Sassanelli,
Mariolina De Fano e Luigi Diberti, oltreché dagli esordienti Mauro Racanati e
Gabriele Granito, ha vinto il Premio del Pubblico al Festival di Annecy Cinéma
Italien 2014, affrontando il delicato legame tra disabilità e sessualità.
Si proseguirà poi nella serata di martedì 18 novembre, con
L’ottavo giorno, il celebre film del 1996 di Jaco van Dormael, che racconta la
storia dell’incontro tra Georges (Pascal Duquenne), giovane con sindrome di
Down, e Harry (Daniel Auteuil), manager stressato e divorziato con due figlie.
La proiezione sarà introdotta dall’attore, commediografo e regista Pietro De
Silva.
Martedì 25 novembre, invece, sarà tutto centrato sul
Festival, con undici cortometraggi in concorso e due fuori concorso, dedicati
al tema della disabilità in tutti i suoi aspetti, da quello familiare a quello
lavorativo, dalla prospettiva relazionale a quella della narrazione intima. A
scegliere i vincitori sarà una giuria popolare composta da dieci membri e
guidata da Angela Bianca Saponari, docente di Storia del Cinema all’Università
di Bari.
La proiezione delle opere (ore 18.30) sarà seguita dalla
premiazione in serata, e successivamente dalla performance musicale Parole al
Buio, a cura dell’Associazione Lezzanzare, in collaborazione con Fabio Losito
al violino. Chiuderà l’evento un ospite a sorpresa.
Questi i titoli e gli autori dei cortometraggi in concorso:
#31# di Mariano Cipriani; Chi non dorme di Carmen Riccato; Come un vulcano di
Federico La Rosa; Full of Life di Vincenzo Mineo; L’handicap più grande di Enzo
Bossio; La visita di Marco Bolle; Ladro di dita di Pietro De Silva; Malatedda
di Diego Monfredini; Perché è domani di Alessandro Colella; Scene di ordinaria
magia di Vania Cauzillo; Superabili di Vincenzo Ardito. Fuori concorso, invece,
saranno In pollo veritas di Linda Fratini e Volti di Antonio De Palo. (S.B.)
Nel sito dell’Associazione CinEthic sono disponibili tutti
gli approfondimenti sulla manifestazione e sui vari film e cortometraggi di cui
abbiamo parlato nella presente nota. Per ulteriori informazioni e
approfondimenti: info@cinethic.it.
Android più accessibili per non vedenti e ipovedenti
Sistemi “Android” e disabilità visiva: cresce quel servizio
Si tratta di quel servizio avviato da Alessio Conti, vicepresidente dell’Associazione campana Guidiamoci e persona non vedente, per agevolare l’utilizzo di smartphone e tablet con sistemi operativi “Android”, da parte delle persone non vedenti e ipovedenti. In pochi mesi, infatti, è cresciuto sia il numero di applicazioni accessibili, sia soprattutto quello delle visualizzazioni per singola applicazione
Persona non vedente alle prese con uno smartphone
Cresce sia in termini di numero di applicazioni (app) accessibili, sia soprattutto di visualizzazioni per singola applicazione, il servizio avviato qualche mese fa (se ne legga anche nel nostro giornale), curato daAlessio Conti, vicepresidente dell’Associazione Guidiamocidi Cava de’ Tirreni (Salerno) e persona non vedente dalla nascita.
Scopo dell’iniziativa, lo ricordiamo, è stato quello di agevolare l’utilizzo di smartphone etablet con sistemi operativi Android, da parte delle persone non vedenti e ipovedenti.
«Siamo molto soddisfatti – sottolinea Conti – dei risultati raggiunti, che dimostrano gli indiscutibili passi avanti operati in fatto di accessibilità della piattaforma Android. Passi avanti che, naturalmente, vanno attentamente e costantemente monitorati, soprattutto perché il sistema è in continuo e costante fermento, visto che ormai siamo alla versione 5 di Android». (S.B.)
Scopo dell’iniziativa, lo ricordiamo, è stato quello di agevolare l’utilizzo di smartphone etablet con sistemi operativi Android, da parte delle persone non vedenti e ipovedenti.
«Siamo molto soddisfatti – sottolinea Conti – dei risultati raggiunti, che dimostrano gli indiscutibili passi avanti operati in fatto di accessibilità della piattaforma Android. Passi avanti che, naturalmente, vanno attentamente e costantemente monitorati, soprattutto perché il sistema è in continuo e costante fermento, visto che ormai siamo alla versione 5 di Android». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: alessio.conti@winguido.it.
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