sabato 30 giugno 2018

Come un piccolo principe

Così, come ha fatto il piccolo principe, vorrei morire! No, non voglio togliermi la vita! Vorrei, così come è accaduto al Piccolo Principe potermi sbarazzare di quella scorza inutile che è il mio corpo. Essere perciò veramente me stessa. Raggiungere quella velocità che vorrei avere, potrei essere ovunque. Vorrei potermi liberare di questa scorza inutile, che a volte mi capita di osservare con tenerezza attraverso lo specchio ristretto e sbiadito. Mi dico che in realtà non sono io. Io sono sempre altrove

mercoledì 20 giugno 2018

Inizia l'estate

E inizia l'estate proprio in concomitanza con la consegna delle pagelle. Ieri abbiamo salutato tutte le maestre, ma in particolare la maestra di matematica che va in pensione. 46 anni di servizio. Una donna che sembra incarnare lo stereotipo della maestra, o perlomeno così come lo immagino io. Pensavo, 46 anni di servizio, quando ha iniziato ad insegnare era una giovane donna nel bel mezzo degli anni 70. Altra epoca, un'altra storia. Avrà sicuramente iniziato come maestra unica così come erano tutti i maestri fino alla riforma della scuola che ha portato all'inserimento di 5 insegnanti in ogni classe. L'ho immaginata affrontare insieme ai suoi bambini le tematiche di allora. La matematica si sa non è un'opinione, ed il teorema di Pitagora esiste da sempre. Ma credo che ieri, mentre i nostri piccoli monelli La circondavano di abbracci le siano passati come un cortometraggio della mente, tutti quei bambini, tutti quei Fiocchetti azzurri appesi ai grembiuli bianchi e neri. Il profumo dei panini con la mortadella, la divisione di classe, le camicie hawaiane, la zampa d'elefante... le riforme della scuola sempre più sbagliate... gli scioperi, le riunioni sindacali... 46 anni cavolo non sono pochi! E così ieri ci ha salutati. È giunta per lei la chissà quanto attesa pensione. Lascia questi bambini che oggi sembrano più grandi della loro età, hanno già il 36 di scarpa a soli 9 anni, sanno smanettare computer e tablet che negli anni 70 esistevano solo sui libri di Asimov. Con un livello colturale per lo più basso, per non parlare dell'educazione! E pure loro, le maestre, con tanta insistenza mi hanno continuamente ricordato che in quarta elementare, a 9 anni, non si possono più chiamare bambini, bensì signorine e ragazzini. E ieri, di fronte a quelli che in fondo non erano altro che bambini mi chiedevo quanto fosse cambiata la società in 46 anni, Come è cambiata la scuola come è cambiata la famiglia, Com'è cambiato tutto! In fondo mi dicevo anch'io sono cresciuta a cavallo di epoche diverse. Anch'io ricordo bambini sempre sporchi ginocchia sempre sbucciate giochi fantastici! Eravamo bambini! E lo eravamo fino a quando ci piaceva esserlo! Eppure, sebbene bambini, andavamo al supermercato a fare la spesa andavamo a scuola da soli e facevamo i compiti da soli... c'era un giusto equilibrio tra l'essere bambini e voler crescere. Negli occhi della maestra Rosa che ieri andava in pensione ( per noi che la salutava) ho visto ieri una profonda malinconia. Mi chiedo, Chissà se dentro questa malinconia c'era una delusione di fondo per come siano andate le cose nella scuola italiana. Chissà se c'era il desiderio di poter tornare indietro con il senno di poi per impedire questa involuzione. O forse, più semplicemente pensava che in fondo nonostante quelli fossero stati i bambini più Monelli in assoluto, avrebbe sentito terribilmente la loro mancanza! Perché in fondo cambia la società, cambia la scuola e anche la famiglia ma il desiderio di amare quello, credo che non cambierà mai e quegli abbracci stretti la accompagneranno per sempre impressi come unico denominatore dei suoi lunghi 46 anni di servizio