mercoledì 26 giugno 2019

27 Giugno 2019 giornata delle persone sordocieche


In occasione della giornata delle persone sordocieche voglio raccontarvi di me, di Cinzia e della sindrome di Usher.
Per una serie di ragioni, mi sono ritrovata a interessarmi in modo più attivo alla mia patologia e alla disabilità sensoriale visiva dall’Estate 2014. Conobbi molte persone, virtualmente ma non solo. Nella mia stessa città, a pochi chilometri da me, vive Cinzia.
Venne a casa mia un pomeriggio di quell’Estate insieme alla sua mamma e dato che era la prima volta che ci incontravamo parlammo molto. Lei aveva quel modo unico di parlare che hanno le persone con la sindrome di Usher. Mi raccontò la sua storia che inizia con una lunga processione per accertare, verso i cinque anni un’ “ipocausia”ovvero difficoltà a sentire. La prima cosa che si fa allora è quella di acquistare delle protesi acustiche che alcune mamme nascondono dietro i capelli lunghi, altre no. Bisogna fare logopedia per imparare a pronunciare bene le parole e sviluppare tutte quelle tecniche per poter comunicare al meglio con le persone. La prima tecnica di comunicazione che viene utilizzata dalle persone sorde è sicuramente la “lettura labiale”. Insomma, la disabilità per Cinzia è per lo più un fatto di comunicazione. Con il tempo però si individua un aspetto mai compreso prima: difficoltà a vedere bene o del tutto in determinati condizioni di luminosità e non solo. Cinzia, ad esempio,  non vede bene la sera, non vede bene i contrasti, i gradini e con il tempo non vede bene lateralmente con il suo campo visivo.
E così inizia una nuova vita: la vita di una persona affetta da sindrome di Usher.
Fino a quel pomeriggio del 2014 io non mi ero mai resa veramente conto della mia grande fortuna nel poter sfruttare l’udito. Mi vantavo spesso della mia capacità di individuare gli oggetti che cadevano senza dover fare lo sforzo di cercarli con gli occhi o ripulire il pavimento con le mani. Se mi cadeva una forchetta io mi abbassavo e la mia mano andava esattamente nel punto in cui l’avevo sentito cadere. Certo la stessa cosa non si può fare con oggetti che rotolano o sono talmente leggeri da spostarsi da una parte all’altra alla velocità della luce. Insomma, era scontato per me il fatto che chi non riuscisse a vedere bene, o del tutto, si aiutava con il secondo importante senso tra i 5 sensi: l’udito.
Per la prima volta mi resi conto di questa realtà che non avevo mai preso in considerazione prima, avevo sempre pensato ai sordociechi come persone che nascono una tantum; avevo visto un film “Anna dei miracoli” in cui la bambina è del tutto sorda e del tutto cieca, ma non avevo mai pensato a quelle vie di mezzo che accadono invece molto di frequente in Italia e in tutto il mondo. Da quel pomeriggio insieme a Cinzia, ho incontrato sempre più persone con la sindrome di Usher: alcune con l’impianto cocleare, altre con le protesi ed altre ancora senza protesi con enormi difficoltà di comunicazione.
Quelle rare volte in cui mi è successo di trovarmi in un posto super affollato con la musica altissima mi sono resa conto delle grandi difficoltà che devono affrontare quotidianamente le persone sordocieche. Non poter avere il senso dello spazio che chi non vede percepisce con l’udito; non riuscire ad afferrare al volo non solo uno sguardo ma anche un saluto, un richiamo, una parola… E pensare che questa che è tra le più gravi disabilità sensoriali, non viene nemmeno riconosciuto nel modo giusto in cui dovrebbe essere riconosciuta, per legge! Ed è proprio per questa ragione che una giornata dedicata alle persone sordocieche non può bastare. Oggi perciò oltre a leggere queste parole, che raccontano un’esperienza seppur indiretta con la sordocecità, vi invito a visitare la pagina Sordocecità per la modifica della legge 107/10 e di leggere attentamente le conseguenze della doppia minorazione vista-udito sulla vita delle persone che ne sono colpite, e vi invito a soffermarvi sulle inadeguatezze di una legge italiana che non rispetta la gravità di una disabilità come la sordocecità.

-Cinzia lo sai che ieri ho incontrato tizio caio sempronio e poi tizio mi ha detto che caio… e l’altro giorno invece… ma ti rendi conto?! Io alla fine gli ho detto… e insomma credo non sia giusto… storia della filosofia e storia medievale insieme in un’unica sessione… capisci qual è il dramma? Cinzia? Cinzia ma mi stai ascoltando?
- (Cinzia voltata di spalle che prepara il caffè si gira verso di me con la faccia a punto interrogativo e la tazzina in mano) Ma stai parlando con me?? Minchia ma lo sai che quando sono girata di spalle non ti sento!!


venerdì 21 giugno 2019

ADDIO E GRAZIE PER TUTTO IL PESCE! intervista ad un'alunna di quinta elementare nel giorno delle pagelle


ADDIO E GRAZIE PER TUTTO IL PESCE!
intervista ad un’alunna di quinta elementare nel giorno delle pagelle
- E’ terminato il primo ciclo di scuola dell’obbligo, quella che si definisce “scuola primaria”. Quali sono le tue impressioni, così, a caldo?
Beh, diciamo che è stato un inferno e sono felice di andarmene in un’altra scuola anche se mi mancherà la maestra M e la storia
- La storia si insegna anche alle scuole medie
- Ah!
- Hai detto che è stato un inferno, sai definire la parola “inferno”?
Certo! Bambini che urlano, per tutto il giorno, continuamente. Si arrampicano sugli armadi, prendono a parolacce le maestre, insultano i compagni chiamandoli negra, mongoloide, spastico, tu non sei normale… E considera che soltanto una maestra riesce a farsi ascoltare…
- Da cosa dipende secondo te il fatto che riesca a farsi ascoltare
- E che ne so, forse perché ci conosce dalla prima elementare?
- E le altre maestre?
Ho cambiato più maestre che scarpe in questi 5 anni
- Qual è stato l’anno migliore
- La seconda elementare
- E l’anno peggiore?
- La terza. La terza elementare è stato l’anno peggiore in assoluto. Avevo costantemente l’emicrania, pensavo che la mia testa potesse esplodere da un momento all’altro e la mia voglia di vivere era finita del tutto
- Qual è l’insegnamento migliore che hai ricevuto in questi 5 anni?
- A me piace la storia, mi è piaciuto molto studiare le città di Sparta e Atene
- Intendo un insegnamento di vita, qualcosa che è servito per la tua crescita e ti servirà anche per il futuro
- Che bisogna rispettare gli altri e non usare la violenza
- La cosa più bella che qualcuno ha fatto per te (compagni o maestre)
- Una volta G mi ha regalato un disegno bellissimo
- Una cosa bella che hai fatto tu?
- Dividere la mia merendina con C che l’aveva dimenticata e piangeva, e alla fine siccome aveva troppa fame gliel’ho data tutta
- Cosa ti aspetti dalle scuole medie
- Studiare tutto il pomeriggio e poi finalmente ci insegneranno a disegnare come si deve, con le teniche da disegno serie
- Sei soddisfatta di questa pagella?
- Sì beh, diciamo, ho avuto dieci in informatica e nove in inglese, sì direi di sì, anche se a me la storia piace tanto… otto… ma va bene!
- Sono solo numeri! Il giudizio ti piace?
- Ho cercato su Google il significato della parole discontinuo perché non lo capivo. Ho fatto troppe assenze? Maledette adenoidi!!!
Nove in Inglese, benissimo! Dimmi una frase in Inglese
Listen to me, mom! I’m talking in english very well
- Cosa vuoi dire ai bambini che si apprestano a frequentare la prima elementare
- Che devono essere sempre rispettosi sia con i compagni che con le maestre e soprattutto che non devono mai abbattersi per le piccole cose