giovedì 4 aprile 2019

Io scrivo

Io scrivo
Simona Caruso
Quanti ricordi il mio primo computer! Era grigio enorme e pesantissimo, composto da monitor, tastiera, mouse, casse. Era tutto nuovo e per me magico. Avevo esplorato con stupore Internet per la prima volta e avevo per la prima volta compreso la differenza tra i nuovi computer e il commodore64, ma soprattutto, il motivo per cui l'avevo comprato era ciò che veramente mi interessava e ciò poter scrivere nello stesso modo in cui sono scritti i libri. Avevo avuto una macchina da scrivere di quelle moderne e tecnologiche ma un computer sarebbe stato qualcosa di grandioso per me. Mi si apriva un nuovo mondo e un nuovo modo di scrittura. Avrei provato le stesse sensazioni che provavo sin dall'età di sette anni ogni volta che mi trovavo una penna tra le mani? Avrei provato quell'ardore indescrivibile che scaturisce dall'ispirazione e ti invade l'anima e poi finalmente esplode attraverso la tua mano fino a raggiungere un foglio? Le sensazioni sarebbero state indubbiamente diverse perchè l'atto grafico di scrivere è qualcosa che nessun altro strumento può eguagliare, eppure, da quel giorno, dal giorno in cui un computer entrò a far parte della mia vita, io non smisi mai di scrivere. Ero ancora molto affezionata alla penna e al foglio di carta con il suo frusciare ma di giorno in giorno la penna diventava sempre troppo chiara e scrivere con i pennarelli richiedeva un numero enorme di fogli. inoltre scrivere con uno schermo retroilluminato mi evitava tutti i fastidi che mi procurava invece la luce naturale e artificiale esterna. Il primo obiettivo doveva essere quello di imparare a scrivere il più velocemente possibile perchè scrivere lentamente faceva perdere l'entusiasmo e l'ispirazione. All'inizio cominciai a copiare, cercando di trovare il metodo più semplice per poter scrivere senza dover guardare la tastiera. Lo imparai da sola, per errori e tentativi. Imparai a scrivere utilizzando quattro dita: indice e medio di entrambe le mani. Mi ci volle davvero poco per poter imparare la tastiera a memoria e orientarmi senza dover guardare i tasti. Dopo qualche anno al corso di centralino mi insegnarono a scrivere con dieci dita, lo imparai ma per quanto la cosa vi potrà sembrare assurda io sono molto più veloce con le mie quattro dita. 
Ci sono stati molti cambiamenti da allora, i miei caratteri su Word si sono ingranditi poco a poco, così come lo zoom della pagina, la grandezza delle icone, dei caratteri dello schermo e di internet. La mia voglia di scrivere quella non è cambiata mai. Spesso è la stessa voglia di scrivere che mi prendeva improvvisa in certi pomeriggi d'estate, quando tutti i bambini andavano in bici ed io restavo a scrivere per ore e ore, e niente riusciva a disturbarmi, nè le mosche in campagna, nè l'afa nelle ore più critiche. E anche oggi mentre fuori piove in questa primavera ancora fredda, trovo uno spazio in un mondo parallelo e scrivo e penso che tra i doni più belli che una persona possa ricevere nella vita, quello di scrivere è sicuramente tra i più belli e potenti