giovedì 14 febbraio 2019

L'amore ai tempi dell'ipovisione



Caro Ludovico,
E’ trascorso un anno dall’inizio della nostra storia d’amore e questo sarà per noi il nostro primo San Valentino. Per l’occasione ho deciso perciò di scriverti una lettera, come si faceva un tempo, e di consegnartela insieme al mio regalo. Per evitare equivoci l’ho scritta a carattere 28 Arial, spero di non aver esagerato, ho anche impostato un’interlinea tale da permetterti una migliore lettura. Scusami, ma sono così impacciata anche se tu mi hai ripetuto tante volte che devo stare tranquilla e che impareremo insieme a capire i trucchi della vita, dell’amore e dell’ipovisione. Da quando tuo cugino ci ha presentati quella sera al ristorante mi sono messa a studiare di brutto, un po’ anche di nascosto, ma fondamentalmente non ci ho capito molto. L’ipovisione è una cosa complessa, spesso è soggettivo il modo di affrontare la vita, insomma è un casino. Ho capito molto di più osservandoti anche se… a volte riesci a vedere oggetti microscopici che cadono a terra e altre volte non vedi il telecomando che sta proprio davanti ai tuoi occhi. Lo so è la storia del campo visivo ma è comunque per me un mistero. A volte poi ti senti poco adeguato quando invece sei più perfetto (anche se non si può scrivere) di molti uomini ai quali non manca di certo il campo visivo, ma manca tutto il resto. Insomma, sei stronzo pure tu a modo tuo, ma ad esempio…
cos’è questa storia che ti senti poco virile perché non puoi guidare l’auto? A me sembra proprio una stupidaggine! Siamo nel 2019, davvero pensi che una donna si senta meno donna se sta con un uomo che non PUO’ avere la patente? Andare in giro in TAXI come una vip non ti pare che sia molto figo? E poi io trovo altrettanto figo che sia io a venirti a prendere sotto casa e scoprire così che anche gli uomini si fanno aspettare. Certo nel tuo caso ti fai aspettare perché non trovi mai dove hai lasciato le chiavi e alla fine ce li avevi in tasca, ma questo credo che non dipenda dall’essere ipovedente!
Mi chiedevi se ero disposta a stare accanto ad un uomo che è destinato a diventare cieco. Beh, potrei risponderti con una battuta ironica ma voglio essere seria per una volta. La vita è imprevedibile, amore mio e non si sa mai cosa ci può riservare. Potrebbe riservarci una cura, ma non sto con te perché spero in una cura che possa guarirti. Sto con te perché sei tu e tu non sei la tua malattia. Tu sei innanzitutto terribilmente carino e poi sei simpatico, sensibile, empatico, divertente, molto Woody Allen in certe occasioni e Pablo Neruda in altre. Insomma sai cogliere l’essenza delle cose e sai come amarmi e poi mi hai fatto scoprire l’arte di vedere sfruttando tutti e cinque i sensi e non è una cosa da poco. Così anch’io l’altro giorno ho cercato la mia maglia fortunata sforzandomi di sentirla e pian piano ho scoperto quei particolari e quelle differenze che non avevo mai notato, sotto le mie dita. E per la prima volta poi ho capito l’importanza dei punti di riferimento, dei dettagli e del perché non bisogna mai lasciare gli sportelli aperti o le porte a metà. Insomma non avevo mai conosciuto una persona così complessa e geniale come te. Solitamente le persone come me, quelle tra virgolette normali, vanno nel panico se qualcosa non è come l’avevano pensata. Se va via la luce in casa perdono l’orientamento, se il navigatore in macchina suggerisce una strada assurda non riescono a fare affidamento al loro senso pratico. Ma tu invece non ti perdi mai! Sembri avere sempre tutto sotto controllo e non lasci mai niente al caso.
A volte però è davvero difficile capirti, in certi momenti soprattutto la sera quando siamo tutti insieme attorno ad un tavolo di amici e sembri essere altrove. Quando qualcuno nella penombra ti saluta senza ricordarti il suo nome per poterlo riconoscere anche se gli amici quelli di una vita li riconosci già dall’odore. E riconosci anche me che profumo di vaniglia, almeno così mi hai detto e mai nessuno fin’ora si era accorto o accorta del mio odore naturale. così è trascorso un anno ed eccoci qua! Io seduta al mio PC per scriverti questa lettera e tu davanti alla TV (dopo aver lavato i piatti senza lasciare niente ai bordi del tavolo). Ho faticato tanto per capire che genere di regalo farti, e poi ho avuto un’ “illuminazione”! e spero possa piacerti. Ha tre regolazioni e pure quella lampeggiante in caso dovessimo perderci nei bosci e chiedere aiuto.
Ps. Per caso hai visto la mia borsa?!

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