mercoledì 9 novembre 2016

Biancaneve con gli occhiali

Biancaneve con gli occhiali
di Simona Caruso
C’era una volta una  fanciulla, i suoi capelli erano neri come la notte e la sua pelle candida e chiara come la neve, per questo la chiamavano Biancaneve. Era indubbiamente la fanciulla più bella di tutto il reame.
Si comincia da Biancaneve e si finisce con Frozen e finchè parliamo di Biancaneve mi sta bene, era davvero bella, dolce, candida… ma vogliamo parlare di Frozen? Non siete d’accordo anche voi sul fatto che Anna sia molto più bella, simpatica, dolce e “principessosa” di Elsa? Per me almeno è così, eppure la principessa che diventa regina è lei, Elsa: antipatica, indisponente e anche più brutta anche se le bimbe la considerano più bella perché è bionda ed ha una treccia lunga fino al fondo schiena e sa fare quella magia di trasformare tutto in ghiaccio. Sarà che io non ho mai capito, evidentemente, cos’è la bellezza dal momento in cui ritengo affascinante e sessualmente attraente un attore come Woody Allen. Ma tornando alle principesse… perché, mi chiedo in questi giorni, le principesse non hanno gli occhiai? Sarà perché ci vedono tutte bene? Sarà perché gli occhiali sono brutti e rendono più brutte le persone? E tutti questi “sarà” chi li ha decisi? Le principesse non hanno occhiali, non hanno apparecchi ai denti, non hanno un filo di cellulite, non hanno nessun problema a parte qualche accennato disturbo dell’umore in Rapunzel… Partendo dal concetto base di un semplice paio di occhiali, vallo a spiegare poi che si può essere BELLISSIME anche se hai un occhio storto, oppure se sei cieco, oppure se stai seduto su una sedia a rotelle, oppure…
E lo so, che palle! Se dobbiamo scrivere una fiaba dev’essere bella, dev’essere easy, dev’essere felice! E chi l’ha detto che non ci sia bellezza, leggerezza e felicità anche con un semplice paio di occhiali per giungere ad una sedia a rotelle? Ma a cominciare dalle favole per finire al cinema, il brutto anatroccolo toglie gli occhiali e diventa un bellissimo cigno. Lasciamo perdere il concetto filosofico che la bellezza è dentro di noi, io parlo di bellezza estetica, fisica, concreta, visibile. Volete davvero farmi credere che una BELLA DONNA o un BELL’UOMO perdono la loro bellezza perché hanno un paio di occhiali? Si è iniziato dagli occhiali e si è finito a tutto il resto. Telefilm per adolescenti: ebbene sì. Gli adolescenti nei telefilm sono magri, senza un brufolo, senza apparecchi ai denti, senza occhiali (a parte quelli che devono fare la parte degli sfigati o dei secchioni che non li ama nessuno). Il protagonista o la protagonista sono “belli” secondo il canone di bellezza inculcato da chissà chi. Partendo da questo e considerando che invece le persone reali non sono così, che nella vita reale non siamo così…come si può essere felici? Se ogni giorno sei bombardato da un presunto prototipo di perfezione ma tu sei piccolo e nero come calimero e in più sei magari un po’ cecatello e un po’ hai i piedi piatti, gli occhi storti, i denti da coniglio… che devi fare? E quindi parto da questa premessa per dire che molti trovano la soluzione nel restare chiusi in casa. Io vado in giro al supermercato, per strada, a scuola, a teatro, dal panettiere e mi chiedo “davvero sono l’unica cecatella esistente nella mia città?” e mi chiedo “davvero non ci sono zoppi, mutilati, strabici in questa mia città? Cavoli, penso, abbiamo sconfitto la disabilità! Siamo tutti perfetti o mannaggia, sono rimasta l’unica superstite come Higlander! In realtà non è così. certo che ci sono, ma preferiscono restare chiusi nei ghetti della disabilità. Perché è rassicurante e semplice quando ti trovi in mezzo a persone che ti possono capire e che stanno a volte anche peggio di te. Anche a me capita spesso di sentirmi al sicuro e di cercare la sicurezza tra persone come me. D’altra parte quando vivi in una città come la mia che non fornisce nessun tipo di strumento per l’autonomia, carente di mezzi pubblci e di strade in cui si possa deambulare...quando l’inciviltà delle persone diventa uno standard normale a cui tutti si adeguano… come si può pretendere che un cieco esca di casa da solo? Come si può pretendere che una persona su una sedia a rotelle ogni giorno debba incazzarsi con il mondo intero per poter percorrere dieci metri? E questo è vero! se poi ci metti che già un semplice paio di occhiali può essere un ostacolo al raggiungimento di un titolo nobiliare… come possiamo pretendere noi di varcare le porte di casa nostra e affrontare la "perfezione"?

Non vorrei fare l’errore di essere confusionaria e dire mille cose insieme, il concetto in realtà è unico, non ci confondiamo. Non si può parlare e pretendere l’inclusione o come la si vuole chiamare se non si parte da un’educazione al bello. Il bello non è perfezione il bello è armonia. Partendo dalla bellezza interiore che inesorabilmente fuoriesce come una luce e dipinge ogni parte del tuo viso e del tuo corpo. Insegniamo ai nostri bambini che non bisogna avere “rispetto” a “amore” per il compagno “diversamente qualcosa”, ma bisogna semplicemente entrare nella logica che siamo tutti in un modo o nell’altro diversi. Né più né meno. E mi spiace notare come la Walt Disney con i suoi pupazzi computerizzati dia lo stesso volto e quasi la stessa voce a tutti i suoi personaggi così che basta cambiare una pettinatura e tizia diventa caio. Belli i cartoni animati ma che tristezza! Un briciolo di fantasia! Un briciolo di imperfezione in quei volti relativamente perfetti. Mettetele un brufolo a Rapunzel che ha appena 18 anni e un paio di occhiali a Biancaneve che l’aiutino a riconoscere la matrigna anche se travestita da vecchia. E lasciateci colorare il mondo a noi mostriciattoli alieni di infinita bellezza! 

1 commento:

  1. Mi viene in mente L'uomo che ride di Victor Hugo; i protagonisti del libro non sono esattamente come i personaggi di Walt Disney...
    Per il resto bell'articolo.

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