Sono nata e cresciuta un pò da falsa vedente, anche se non ho mai potuto fare quelle cose che realmente fanno i vedenti e questo ha generato in me una serie infinita di complicazioni.
Nonostante tutto ho cercato di fare del mio meglio per essere felice. I risultati? Diciamo che nessuno al mondo è poi veramente e completamente felice e come dico sempre io "poteva andare peggio!" e lo dico ovviamente sempre con un sorriso.
Oggi mi ritrovo a vivere tra persone "multidotate" cercando e sforzandomi di capire cosa vuol dire, ancora oggi, la parola "normalità". A distanza di anni e con il tempo perciò mi sono resa sempre più conto che ciò che fa la differenza è la capacità di avere una mente aperta a mille diverse visioni del mondo.
Non ho fatto cose grandiose, ma un pò ci ho provato e ci provo ancora oggi.
E' tutto molto complicato, sebbene interessante.
Ho voluto, nonostante le mie difficoltà, affrontare il mondo così un pò come fanno tutti. Ho frequentato luoghi che frequentano tutte le persone che ne hanno voglia, senza dover per forza spiegare, inizialmente cosa mi distingueva dagli altri. E' il pregio e la condanna di avere qualcosa che soprattutto agli esordi è invisibile. L'unica cosa che ti rende diversa è sicuramente lo sguardo accigliato, l'essere quasi sempre imbranato, la lentezza nei movimenti in luoghi in penombra e sconosciuti. Ma comunque ho provato a frequentare luoghi di culto, partiti, movimenti, università, senza supporti e aiuti (anche se gli ultimi anni di università ho dovuto chiedere un tutor per accompagnarmi alle lezioni serali) ed infine dopo tanti anni quando la mia vista era ormai abbastanza compromessa ho anche deciso di fare teatro. Non avevo molte pretese ed ero certa avrei dovuto affrontare molte difficoltà ma ho cercato di vivere questa cosa con tranquillità e devo dire che sin dal primo momento le mie difficoltà non sono state diverse dalle difficoltà degli altri. Ho avuto la fortuna di trovare una mente giovane capace di far comprendere che in teatro ma credo così come nella vita, tutti dobbiamo adattarci a tutti. E non esiste che sia io a dovermi adattare a te, ma con intelligenza, spirito di sopravvivenza, ironia, capacità evolutive ecc ecc tutti ci adattiamo a tutti.
E' stata una bella esperienza che spero di poter ripetere e all'interno di questa esperienza non mi sono mai sentita emarginata per il fatto di non vedere come gli altri, anzi, piuttosto spesso mi sono sentita sopravvalutata!
Eppure c'è chi ancora mi dice "Non hai continuato il teatro perchè sei quasi cieca e non vedi un tubo e quindi ti hanno un pò discriminato?" Beh a causa degli orari spartani credo di essermi autoemarginata per il fatto che sono una mamma, ma non è nemmeno questo il punto... sono scelte mie e non c'entra assolutamente niente questo. Piuttosto penso che le persone che mi hanno posto questa domanda siano le prime a pensare che io, in quanto non vedente, o ipovedente non possa fare teatro, o altro ancora. Poi però rifletto meglio e dico che forse il problema è nostro.
Se noi fossimo sempre meno ghettizzati e ghettizzanti, se imparassimo ad uscire un pò più fuori e se mostrassimo quello che si può fare (anche correre su un palco, fare le piroette e cose del genere, ovviamente provando "FORSE" un pò di più) allora le persone potrebbero comprendere meglio.
Ci sono domande che ancora oggi mi rivolgono, è normale che sia così, le persone che fanno domande sono le migliori, vuol dire che hanno voglia di comprendere, di imparare, vuol dire che sono interessate. Mi chiedono come può suonare una persona se non ci vede, come si fa ad utilizzare il cellulare, come si può cucinare, lavare i panni, fare l'amore, soffiarsi il naso e tanto altro ancora...
Ovviamente il mondo della disabilità è spesso colmo di gente acida che si imbufalisce se qualcuno con garbo o curiosità pone domande anche semplici e per noi banali. Ma per fortuna non sono tutti così!
E inoltre non credo affatto che per comprendere qualcuno bisogna per forza vivere come vive lui. Non servono poi a tanto le cene al buio se non hai la predisposizione mentale di accettare semplicemente gli altri per ciò che sono.
IMPARIAMO A CHIEDERE, qualsiasi cosa noi siamo
C'è un mondo da scoprire oltre il nostro naso, oltre i nostri tragitti, le strade che percorriamo, i luoghi comuni, gli stereotipi, le chiusure mentali, le paure...
E nelle nostre città, che sono belle, affascinanti, pieni di tramonti incantevoli, di mare, di sole, di cose profumate, di luoghi in cui andare e gente da conoscere, cerchiamo di vivere così come mi hanno insegnato in teatro. Viviamo considerando tutti gli altri.
E se siamo come dicono la razza più intelligente tra gli esseri viventi cerchiamo di fare qualcosa perchè pure io ne possa essere convinta.
E cos'altro dire... oggi....
E riguardo le paure, ecco, vorrei imparare a superarne almeno un paio per riuscire a fare almeno la metà (tanto per iniziare) di tutte le cose belle che vorrei poter fare!
S.C
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