Arrivi al freddo anche qui in terronia ed il cuore vorrebbe tanto il suo piumino a scaldarlo... ma il cervello dentro la sua calotta cranica non ne vuole proprio sapere lui pensa che non ci sia in fondo tutto questo freddo
Attraverso le mie mani posso vedere là dove i tuoi occhi non potrebbero mai arrivare......
Argomenti trattati
- animali (2)
- comunicazioni (1)
- disabilità ed accessibilità (14)
- foto (2)
- fotografia (2)
- informazioni (3)
- la mia lettera (2)
- musica (5)
- Piero e le sue opere d'arte (4)
- progetto hands project (1)
- retinite pigmentosa (15)
- sogni (10)
- SORDOCECITA' (4)
- vita (42)
sabato 17 novembre 2018
sabato 3 novembre 2018
ELISABETTA E ME (e quel che non conosci)
mercoledì 22 agosto 2018
Prima decade
Ti ho trovato in un giorno d'estate caldissimo, sotto un girasole...
E quanta strada abbiamo percorso: una dentro l'altra , una accanto dall'altra. E non è stato "naturale " così come si narra quando si parla dell'istinto materno. È stato un cammino spesso tanto difficile, di consapevolezza, di troppo silenzio e troppo rumore...fragile e forte. Giorno dopo giorno. E non è stato facile. Non sei mai stata accomodante. Sei stata sempre sul bordo... eccentrica, ma profonda così tanto che non è dato a tutti conoscere le tue intenzioni. E quando quel giorno abbiamo avuto lo stesso pensiero e tu mi hai risposto senza che io avessi parlato. E quando mi hai detto "voglio fare qualcosa di importante per il mondo " ho avuto la conferma che la tua nascita non è stato un dono solo per me. In realtà ho capito da subito che non ti avrei mai avuta solo per me. E poi la tua dolcezza... non vi sono parole per spiegarla. Tu sei PERSONA. Persona Libera, immensa, sopra le righe e fuori dagli schemi. Ed è tutto così terribilmente bello che ho spesso il terrore di perderti. Ma in fondo sarà così inevitabilmente.
Tantissimi auguri piccolo sole
La vita possa sempre sorprenderti !
Tua madre
mercoledì 11 luglio 2018
finché c'è vita

sabato 30 giugno 2018
Come un piccolo principe
Così, come ha fatto il piccolo principe, vorrei morire! No, non voglio togliermi la vita! Vorrei, così come è accaduto al Piccolo Principe potermi sbarazzare di quella scorza inutile che è il mio corpo. Essere perciò veramente me stessa. Raggiungere quella velocità che vorrei avere, potrei essere ovunque. Vorrei potermi liberare di questa scorza inutile, che a volte mi capita di osservare con tenerezza attraverso lo specchio ristretto e sbiadito. Mi dico che in realtà non sono io. Io sono sempre altrove
mercoledì 20 giugno 2018
Inizia l'estate
E inizia l'estate proprio in concomitanza con la consegna delle pagelle. Ieri abbiamo salutato tutte le maestre, ma in particolare la maestra di matematica che va in pensione. 46 anni di servizio. Una donna che sembra incarnare lo stereotipo della maestra, o perlomeno così come lo immagino io. Pensavo, 46 anni di servizio, quando ha iniziato ad insegnare era una giovane donna nel bel mezzo degli anni 70. Altra epoca, un'altra storia. Avrà sicuramente iniziato come maestra unica così come erano tutti i maestri fino alla riforma della scuola che ha portato all'inserimento di 5 insegnanti in ogni classe. L'ho immaginata affrontare insieme ai suoi bambini le tematiche di allora. La matematica si sa non è un'opinione, ed il teorema di Pitagora esiste da sempre. Ma credo che ieri, mentre i nostri piccoli monelli La circondavano di abbracci le siano passati come un cortometraggio della mente, tutti quei bambini, tutti quei Fiocchetti azzurri appesi ai grembiuli bianchi e neri. Il profumo dei panini con la mortadella, la divisione di classe, le camicie hawaiane, la zampa d'elefante... le riforme della scuola sempre più sbagliate... gli scioperi, le riunioni sindacali... 46 anni cavolo non sono pochi! E così ieri ci ha salutati. È giunta per lei la chissà quanto attesa pensione. Lascia questi bambini che oggi sembrano più grandi della loro età, hanno già il 36 di scarpa a soli 9 anni, sanno smanettare computer e tablet che negli anni 70 esistevano solo sui libri di Asimov. Con un livello colturale per lo più basso, per non parlare dell'educazione! E pure loro, le maestre, con tanta insistenza mi hanno continuamente ricordato che in quarta elementare, a 9 anni, non si possono più chiamare bambini, bensì signorine e ragazzini. E ieri, di fronte a quelli che in fondo non erano altro che bambini mi chiedevo quanto fosse cambiata la società in 46 anni, Come è cambiata la scuola come è cambiata la famiglia, Com'è cambiato tutto! In fondo mi dicevo anch'io sono cresciuta a cavallo di epoche diverse. Anch'io ricordo bambini sempre sporchi ginocchia sempre sbucciate giochi fantastici! Eravamo bambini! E lo eravamo fino a quando ci piaceva esserlo! Eppure, sebbene bambini, andavamo al supermercato a fare la spesa andavamo a scuola da soli e facevamo i compiti da soli... c'era un giusto equilibrio tra l'essere bambini e voler crescere. Negli occhi della maestra Rosa che ieri andava in pensione ( per noi che la salutava) ho visto ieri una profonda malinconia. Mi chiedo, Chissà se dentro questa malinconia c'era una delusione di fondo per come siano andate le cose nella scuola italiana. Chissà se c'era il desiderio di poter tornare indietro con il senno di poi per impedire questa involuzione. O forse, più semplicemente pensava che in fondo nonostante quelli fossero stati i bambini più Monelli in assoluto, avrebbe sentito terribilmente la loro mancanza! Perché in fondo cambia la società, cambia la scuola e anche la famiglia ma il desiderio di amare quello, credo che non cambierà mai e quegli abbracci stretti la accompagneranno per sempre impressi come unico denominatore dei suoi lunghi 46 anni di servizio
sabato 28 aprile 2018
Con la testa tra le nuvole
Quando ero bambina e spesso mi capitava di sbattere, cadere, inciampare, non vedere qualcosa, non trovare gli oggetti per terra o davanti a me, e muovermi lentamente... mi dicevano che avevo la testa tra le nuvole e che indubbiamente vivevo in un mondo tutto mio scollegato dalla realtà, altrimenti non si poteva spiegare quella mia sbadataggine e quella innaturale lentezza. Sono trascorsi molti anni da allora e nonostante io abbia adesso coscienza delle motivazioni che mi portano a sbattere e inciampare anche se adesso lo faccio molto meno e ad essere lenta, non ho mai smesso di vivere con la testa tra le nuvole! E non solo metaforicamente dal momento in cui la testa tra le nuvole mi piace avercela sul serio! È vero che di per sè l'organizzazione di un viaggio mi procura spesso molta ansia, ma dal momento in cui si parte tutti i timori svaniscono e mi godo quella altezza sopra la terra sopra le nostre città sopra la gente e appunto... tra le nuvole. Volare è il sogno di molti, e l'invenzione dell'aereo é forse tra le più geniali oltre che utili! Volare è una sensazione bellissima, vedere la terra che piano piano si avvicina durante l'atterraggio e piano piano si allontana durante il decollo. È strano e non so spiegare il motivo per cui tante volte durante il decollo ho provato la sensazione e il bisogno di piangere. Indubbiamente è la paura del distacco... paura e piacere spesso si fondono in un'unica cosa e la mia vita attualmente è intrisa da questo sentimento.
Paura e piacere
In questa mia riflessione che nasce così di getto e senza tante correzioni voglio aggiungere anche l'emozione nell'incontrare tutti coloro che solitamente vivono dall'altra parte del mio mondo. Quelle persone che puoi vedere solo un paio di volte durante l'anno ma ogni volta che le vedi i ricordi e i momenti belli sono così intensi che ti accompagnano fino alla volta successiva, al prossimo incontro... rifletto anche sulle nuove persone incontrate e conosciute in questi ultimi viaggi. Sono sicura che qualcuno avrà notato di me solo gli aspetti apparenti, solo quelle cose che se potessi nasconderei per mostrare ciò che sono realmente! Ma spesso la stanchezza e anche la difficoltà di organizzare insieme a molte persone ti fanno apparire così come non sei realmente! E poi ci sono quelli che sembra che ti conoscano da una vita anche se è la prima volta che li vedi. E accadde quella magia che è rara e straordinaria!
Quando invece rivedi i tuoi familiari dopo tanto tempo è tutto diverso, non è come quando incontri un'amica. Rivedere i familiari una volta l'anno ti dà di più il senso del tempo che passa della distanza di tutte quelle cose che durante quell'anno ti sei persa! I successi scolastici dei tuoi nipoti, loro che crescono e che diventano sempre di più degli uomini e delle donne... loro che hanno un codice tutto loro un modo di muoversi diverso modo di parlare diverso... che non sono più dei bambini che non ti saltano in braccio... e poi, quei fratelli con i capelli brizzolati la barba lunga che ancora conservano qualcosa del loro essere bambini che un po' ricordi nonostante la distanza... quella voglia di giocare, di prendersi in giro di correre di restare ancora a volte con la testa tra le nuvole. Ho vissuto tanti anni questo sentimento che si scatena durante una separazione: Un treno che parte un aereo che si alza in volo e porta con sé mille ricordi, emozioni, sogni... una vita intera! Ed ogni volta che parto non sono più come ero prima, e non sarò più come sono stata. Ma l'amore, quello vero, quello che va oltre i legami di sangue e che nonostante i legami di sangue non è mai una forzatura... questo amore parte e ritorna con me ogni volta ed ogni volta mi spinge come una forza invisibile, mi alimenta come una linfa vitale perché io possa nuovamente ripartire con la testa tra le nuvole ma i piedi per terra
S.C